La pittura è il medium che consente a Marco Vettraino di rimanere in
contatto con l'universo che ama e che per lui non è sostituibile.
Fra l'artista e il mondo che lo circonda lo scambio è continuo,
rifiorente, sintesi stupenda di voci indistinte che sorgono dal profondo
e si perdono sulla tela in accordi armoniosi.
C'è sempre in lui una delicatezza, un rispetto della realtà,
un'attenzione che si traforma in rigore stilistico; la pennellata sobria
ed equilibrata non cede al desiderio, ma si inserisce nell'equilibrio
dell'insieme con una precisa coscienza.
Tutta la sua pittura, anche quella apparentemente non assimilabile ad un
processo generale, è sempre legata ad un iter iniziale che sembra
rinsaldare ogni parte dell'opera ed istituire un filo d'unione ideale.
C'è sempre in lui una delicatezza, un rispetto della realtà,
un'attenzione che si trasforma in rigore stilistico, la pennellata
sobria ed equilibrata non cede al desiderio.
Con un romanticismo vicino a Ensor e Fredrich, la poetica di
Vettraino percorre attraversamenti della nostra cultura rinascimentale,
partendo dal colorismo del primo Cinquecento e della pittura Veneta
per arrivare ai silenzi meditativi di Leopardi.
Sbaglierebbe, però, chi affermasse che la sua poetica sia l'effetto
di una qualche passività o di un'"accettazione" ereditaria. Egli
insegue il proprio istinto potente e profondo, che lo porta ad
identificare le immagini primarie e semplici del sentimento e della
passione nell'atto stesso di generarle come sua personale visione, che,
essendo sorgente e vivente, non può essere solo analisi di sé
stessa.
La sua personalità artistica è la negazione dell'alienazione;
ogni visione iconografica non lo è tale naturalmente, ma è attraverso
il filtro della coscienza e della propria scoperta umana.
Nella ricerca di Vettraino l'esperienza rappresenta il nesso con la vita perennemente
nascente e prende forme infinitamemente creative. Le sue opere sono esseri
viventi e, come tali, fanno parte della sua storia, coscienza dell'uomo stesso,
l'escludere questo concetto o utilizzarlo al di fuori della sua valenza,
significa semplicemente per l'artista mutilarsi o ecludersi dalla sorgente,
vivere in contingenze funzionali, strumento e non attore, oltre qualsiasi illusione
o pretesa verità.
Il pittore domina con padronanza stilistica un vasto amalgama di
colori: si osservi come i segni, ora rapidi ora bloccati, invadono la
superficie della tela.
La restituzione dell'hic et nunc esistenziale è immediata, instaurando
una sorta di sospensione temporale che traduce in rarefazione poetica
la concretezza del racconto.
Scorrono nel quadro immagini che concretizzano un universo solo apparentemente
esterno a noi, ma in realtà specchio delle complesse vitalià del
microcosmo umano.
La pittura assume una duplice funzione: è ascesa che arresta la "regressione"
e trasforma l'aggressività in creazione; ma è anche e soprattutto
emozione offerta agli altri: relazione autentica tra l'io e il sé, tra il
sé e gli altri; non come trauma dell'esistenza ma come equilibrio.
Le opere di Vettraino devono essere osservate oltre la loro apparente
leggibilità; nel loro significato più profondo, senza lasciarsi
appagare o respingere soltanto dai valori in superficie. La pittura supera la
dimensione apparente dell'oggetto per fargli asumere un preciso valore metafisico:
vengono trasferiti nel quadro il senso dell'Eros, Bios e Thanatos che è in
noi.
Lo spazio-tempo e la dimensione dell'assoluto presente non consentono più stasi
contemplative perché divengono dimensioni dell'atto e dell'oggetto come funzione
dell'atto stesso. Questo fa comprendere quanto sia autonomo e prezioso il suo
linguaggio i cui valori prendono vita dai tempi ritmati della tecnica e
da una manualità tanto attenta che sembra riprodurre movimenti antichi
di secoli.