Una carrellata sui suoi quadri individuano subito i vari periodi artistici
che Marco Vettraino ha attraversato. I quadri, all'apparenza non
databili, sono anticipazione di mete successive che, in embrione,
avevano necessità di maturare per emergere.
Da giovanissimo, poco più che adolescente, ci ha offerto due opere di
notevole pregio: i cavalli, ben disegnati e dai colori vividi e vitali,
dove la pennellata ardita accompagnava il movimento e la sedia dove il
rigore essenziale del tratto e dei colori poneva l'accento su il senso
di solitudine che ritornerà; spesso in molte sue opere. Una solitudine
che non è mai decadente né narcisista, ma meditativa, contemplativa e
soprattutto con la forza della natura.
L'uomo e il suo mondo, sulle tele di Vettraino convivono, vivono,
lottano e respirano insieme, distinti, ma parte di uno stesso universo.
Spesso le figure umane sono rappresentate al lavoro, o meglio in un
momento di tregua del lavoro: la donna al mercato, lo zappatore, il
mietitore.
Su queste tele sembra di toccare la tensione dei muscoli, lo sforzo
sostenuto, contenuto ma possente.Lo sforzo fisico e la forza mentale
che ritroviamo in alcuni ritratti, come in quello del vecchio "Sardo,
dove, nel suo viso segnato, ogni ruga ricorda la fatica di vivere.
Col passare degli anni (dopo una fase in cui la ricerca esasperata
della perfezione tecnica privava forse i suoi quadri dell'emozione e
dell'anima) la pittura di Vettraino è cambiata. I colori cupi, quasi
tetri, che hanno caratterizzato un discreto arco di anni, sono andati
schiarendosi, arrivando ad un colorismo dalle tonalità pastello.
Oggi la pittura di Marco Vettraino è una pittura soffusa che dipinge le
immagini attraverso i contorni del sogno. I prati, i boschi, gli
scogli, i paesaggi tutti, i tetti, il cielo e il mare sembrano aprirsi
un varco attraverso uno squarcio della nebbia.
I contorni delle cose, i dettagli, non sono definiti eppure sembra che
ci siano, ben precisi, e colpiscono l'occhio nello stesso modo in cui,
a volte, il silenzio comunica più delle parole.
La padronanza tecnica dell'artista gli permette di trascurare il
particolare. In realtà la sua non è trascuratezza, ma sintesi. Riesce,
col suo disegno fluido e sicuro e con la sua gamma cromatica, a
trasmettere all'osservatore la sua visione delle cose. Le immagini che
vediamo sono già filtrate dal suo sguardo. Guardando i suoi quadri
guardiamo il mondo attraverso i suoi occhi, che sono acuti e attenti,
ma che hanno imparato a guardare oltre.
La pennellata è sempre sicura e accompagna con naturalezza le linee e i
movimenti e l'intervento, sempre più frequente, della spatola gli
permette di raggiungere più agevolmente la sintesi visiva.
I colori tenui, riposanti, luminosi placano le ansie e conducono
l'osservatore in un mondo di poesia e immaginazione; come se la sua
maturità di uomo e di artista avesse trovato la serena pacatezza dei
sentimenti che tuttavia palpitano vivi e vitali nelle sue tele,
inconfondibili ormai per lo stile raggiunto, dove l'impressionismo
sconfina a volte nell'astratto, pur distinguendosene nettamente. In
tutte le sue opere, infatti, le misure corrette, le prospettive
accurate, la figura umana perfettamente armoniosa nelle sue
proporzioni, testimoniano che Marco Vettraino, pur assecondando la sua
sensibilità e fantasia artistica, rimane assolutamente conscio della
realtà, che è, il mondo che ama e dipinge.